Di Covid ormai non se ne sente parlare quasi più. Mettiamo la mascherina per andare dal dottore o in ospedale, sentiamo qualche notizia in televisione, ma ormai sembrerebbe che ci stiamo portando alle spalle questa pandemia, una storia passata. Eppure noi psicologi infantili sentiamo ancora questo peso, e quelli che più di tutti hanno “visto e sperimentato” una crescente ansia e preoccupazione, sono stati i bambini e adolescenti, a cui nessuno sta dando importanza.
Secondo il World Health Organization [1]un ragazzo su sei con disturbi mentali ha un’età compresa tra 10 e 19 anni, il suicidio è la quarta causa di morte tra 15 e 19 anni, 46.000 adolescenti si tolgono la vita ogni anno, più di uno ogni 11 minuti. Sono dati che possono spaventare, ma di fronte a una emergenza sanitaria mentale non possiamo più far finta di non guardare. Secondo una ricerca condotta dalla società di analisi Gallup per il rapporto UNICEF Changing Childhood[2], nella prima metà del 2021 in media il 19% dei giovani tra i 15 e i 24 anni in 21 paesi ha dichiarato di sentirsi spesso depresso o di non avere interesse nel mondo circostante. Numerosi studi affermano che i disturbi mentali esordiscono in età evolutiva e si manifestano nel 75% dei casi in maniera sintomatologica evidente entro i 25 anni.
Quindi quali sono i fattori che contribuiscono alla salute mentale?
Sono disturbi molto complessi, per cui non c’è una sola causa ma più fattori di rischio. Però possiamo esemplificare prendendo in esame due costrutti:
1. Neurosviluppo e il nostro DNA. Ormai sappiamo che la genetica ha una impronta importante, infatti la maggior parte dei disturbi dell’età evolutiva hanno una base genetica ( disturbo dello spettro autistico, disturbo dell’apprendimento, disturbo dell’attenzione e della iperattività, disturbi motori etc..)
2. Ambiente. Se è vero che noi nasciamo con scritto nel nostro DNA il rischio per le malattie che sono più presenti nella nostra famiglia, l’ambiente però è un modulatore molto importante. Il rischio biologico si confronta con il contesto di vita, per cui l’ambiente può attivare o non attivare alcuni geni. Questo aspetto riguarda tutte le malattie sia mentali che fisiche. Se ad esempio nella nostra famiglia c’è una importante incidenza di malattie cardiovascolari, e contemporaneamente si conduce una vita sedentaria, una alimentazione scorretta, fumo, stress, allora tutto ciò favorisce alla realizzazione del mio rischio biologico. Stesso discorso per i disturbi mentali. Se in famiglia ho una certa familiarità con la depressione, e contemporaneamente si svolge una vita con poche relazioni positive, non pratico sport, non coltivo amicizie, sperimento questo malattia tutti i giorni in casa, allora c’è una buona probabilità che si va incontro a questa problematica.
Ma perché la pandemia è stata così determinante nella salute psicologica dei bambini e adolescenti?
Sicuramente è stato un periodo di forte stress, e questo ha significato per i ragazzi una incertezza rispetto alla loro organizzazione di vita, ma in particolare cosa abbiamo osservato:
1. Chiusura e riapertura delle scuole: la scuola non è solo luogo dell’apprendimento e della mente, ma si entra con il corpo, si sperimenta il tutto attraverso le relazioni, e questa mancanza ha generato una buona solitudine.
2. La non-socializzazione: soprattutto nella fase della preadolescenza, il gruppo degli amici è determinante: escono dal mondo dell’obbedienza (genitori) ed entrano nell’autonomia.
3. Riduzione dell’attività fisica: è un importante fattore di protezione, favorisce una crescita armoniosa nel corpo e nella mente.
4. Continua esposizione a livelli elevati di stress e di trauma: la paura di ammalarsi o di far ammalare, la continua esposizione a immagini di morte e sofferenza.
Tutti questi fattori hanno reso un picco di incidenza di disagio mentale elevato. Uno degli studi più considerati è un meta-studio pubblicato nell'agosto 2021 sulla rivista medica JAMA Pediatrics, che ha unito i risultati di 29 studi condotti in tutto il mondo, riguardanti circa 80.000 bambini e adolescenti [3]sotto i 18 anni. Secondo lo studio, i tassi di depressione e ansia sono raddoppiati nel corso della pandemia, con un giovane su quattro che soffre di depressione e uno su cinque di ansia.
Per cui cari genitori, se ci sono importanti cambiamenti che notate nei vostri figli come ad esempio una incapacità di far fronte alle attività quotidiane con l’efficienza solita, un cambiamento nel ritmo sonno-veglia e nell’alimentazione, stati d’animo negativi di lunga durata, spesso accompagnati da pensieri di morte; non c’è bisogno di avere paura di chiedete aiuto.
Trascurare la salute mentale comporta un costo devastante per gli individui, le famiglie e le comunità, non soltanto da un punto di vista economico ma sociale e umano.
Nella pratica clinica, noi psicologi infantili osserviamo adolescenti che non sono autonomi, resilienti e questo li rende particolarmente vulnerabili, per cui è nostra premura imparare a leggere il loro mondo interno e soltanto nel momento in cui si sentono riconosciuti nelle loro paure, che si sentono più alleggeriti da questo peso.
Se noi vogliamo che gli adolescenti affrontino le sfide della quotidianità in modo consapevole e maturo, bisogna che arrivino all’adolescenza avendo avuto modo di sperimentare forme di autonomia da bambini, sia la gestione della propria vita, come lavarsi, mangiare e dormire, e sia nell’aspetto emotivo, nella gestione delle frustrazioni importanti e soprattutto FARLE VIVERE. Non mettiamoli in una campana di vetro, per proteggerli dalle difficoltà che fanno parte della vita di tutti i giorni.
Abbiamo degli adolescenti sicuri se iniziamo fin da bambini, non possiamo lamentarci se, ad esempio, usano i cellulari in modo eccessivo se prima non li educhiamo fin da piccoli a un uso responsabile. I bambini non imparano tanto ascoltando ma guardano cosa facciamo, e cioè attraverso l’imitazione. Se noi vogliamo educare alla gentilezza e poi il primo che ci taglia la strada siamo pronti con il crick in mano, in questo modo non siamo credibili.
La salute mentale deve essere intesa come un continuum. In qualsiasi fase della nostra vita, ognuno di noi può trovarsi a vivere una salute mentale positiva (come la capacità di godersi la vita e affrontare le difficoltà) ma possiamo vivere anche periodi di grave disagio, coì come succede quando abbiamo una malessere fisico e andiamo dal medico. La salute mentale è alla base della capacità umana di pensare, provare emozioni, istaurare relazioni ed è per questo che va tutelata.
[1] https://www.who.int/activities/improving-the-mental-and-brain-health-of-children-and-adolescents [2] https://www.unicef.org/globalinsight/media/2266/file/UNICEF-Global-Insight-Gallup-Changing-Childhood-Survey-Report-English-2021.pdf [3] https://www.unicef.it/pubblicazioni/sowc-2021-rapporto-in-sintesi/
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